martedì 31 gennaio 2012

Decreto Liberalizzazioni e fotovoltaico a terra :stop agli incentivi

Con l'entrata in vigore del decreto legge 1/2012 - approvato dal Consiglio dei Ministri il 20 gennaio e pubblicato in Gazzetta ufficiale il 24 -, il fotovoltaico agricolo a terra non potrà più accedere al Conto Energia.
Le associazioni del comparto - Anie/Gifi, Aper, Assosolare e Asso Energie future - hanno tentato di bloccare la norma, chiedendo al governo di stralciare l'articolo incriminato, il 65
Al coro di protesta si è unita anche la Cgil, che ha chiesto di correggere il testo per garantire il massimo sostegno alle rinnovabili, anche in virtù delle potenzialità occupazionali del settore:
La norma, infatti, incide retroattivamente sul DLgs 3 marzo 2011 n. 28 e va a danneggiare gli operatori che hanno già effettuato investimenti contando di ricevere gli incentivi statali e che ora rischiano di rimanere a bocca asciutta.
D'altra parte, l'interruzione degli aiuti dovrebbe porre un limite al consumo di suoli fertili, frenando il proliferare di impianti a scapito dell'agricoltura, soprattutto nelle regioni meridionali.
Il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, ha spiegato la norma con la volontà di bloccare uno sviluppo che ha determinato, oltre a tensioni sugli affitti, anche impatti negativi a livello paesaggistico.

TANTE PROTESTE..NESSUNA RISPOSTA

Anev (Associazione nazionale energia del vento), Anie (federazione nazionale imprese elettrotecniche) e Aper (Associazione produttori di energia da fonti rinnovabili) hanno già scritto al governo per chiedere di lasciare inalterato l'importo degli incentivi, fino al raggiungimento della grid parity per ciascuna tecnologia, cioè la parità tra il costo del kW prodotto dal fotovoltaico e quello ricavato da fonti fossili.

Per il momento, però, dall'esecutivo non sono giunte risposte.

DECRETI LEGGI : TEMPISTICHE E SCADENZE
Concludendo ricordiamo che essendo un decreto legge,  se al termine dei 60 giorni previsti dalla cstituzione, questo non verrà convertito in legge, tutto quello che il decreto riporta non avrà alcun valore legale.
In questi 60 giorni le commissioni esaminatrici possono abrogare, tagliare o modificare il decreto nel caso ritengano alcune suo parti incostituzionali.

venerdì 27 gennaio 2012

PRECISAZIONI DEL GSE SULLA NON APERTURA REGISTRO

Pubblichiamo le precisazioni del GSE in merito alla non riapertura del REGISTRO GRANDI IMPIANTI: 
  1. la non apertura del Registro per il secondo semestre 2012 deriva dall’applicazione di una specifica disposizione contenuta nel DM  5 maggio 2011 che non ha ripercussioni sui  “piccoli impianti” i quali, salvo eventuali modifiche della normativa, potranno accedere agli incentivi per essi previsti;
  2. ai “grandi impianti” già ammessi nelle precedenti graduatorie nei limiti di costo sarà riconosciuta, qualora conformi alla normativa di riferimento, la tariffa incentivante vigente alla data di entrata in esercizio dell’impianto;
  3. ai “grandi impianti” che pur non iscritti nel Registro entrino in esercizio nel 2012, gli incentivi potranno essere riconosciuti, sussistendone i requisiti, a decorrere dal 1° gennaio 2013. Per tali impianti – i quali potranno fare richiesta di ammissione agli incentivi a partire dal 1° gennaio del 2013 – ai fini della determinazione della tariffa spettante, sarà individuata una data convenzionale di entrata in esercizio, coincidente con il primo giorno del semestre in cui è presentata la richiesta di incentivazione al GSE;
  4. per i “grandi impianti” a concentrazione (Titolo IV del D.M. 5/5/2011)  e quelli integrati con caratteristiche innovative (Titolo III del D.M. 5/5/2011), il riconoscimento degli incentivi non è subordinato all’iscrizione al Registro
  • Potete approfondire la notizia visitando la home page del GSE  
Per maggiori informazioni potete contattare S&Q

giovedì 26 gennaio 2012

S&Q VI INVITA A SCOPRIRE I 20 Global Green Brands

 Interbrand, società di riferimento a livello internazionale nella brand consultancy, ha redatto una classifica che combina la percezione che i consumatori hanno della sostenibilità ambientale con l’effettiva performance delle singole aziende in questo ambito.
Possiamo subito dire che ha vinto Toyota.
Le analisi condotte da Interbrand  mostrano come i migliori brand green siano quelli che hanno saputo differenziarsi, impegnandosi in attività ritenute rilevanti dai consumatori e, allo stesso tempo, hanno implementato strategie di sostenibilità ambientale in diversi processi aziendali, talora misurandone la performance e rendendola di pubblico dominio.
I brand più forti in ambito di sostenibilità ambientale sono quelli che sanno gestire in modo equilibrato la percezione e l’effettiva performance, consolidando le relazioni con i propri clienti grazie ad azioni credibili. 
Per realizzare questo studio, Interbrand ha condotto per ogni singolo brand una valutazione della percezione che i consumatori hanno dello stesso in termini di sostenibilità.
Condotta nei primi 10 mercati mondiali – Stati Uniti, Cina, Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia, Brasile, Spagna e India – questa ricerca ha messo in luce quanto il concetto di sostenibilità influenzi il processo d’acquisto e ha analizzato il grado di conoscenza generale dei consumatori delle azioni di csr intraprese dai brand.
La classifica si basa sull’analisi di dati pubblicamente disponibili.
È stato introdotto un ulteriore elemento di analisi: una metodologia di valutazione delle performance in termini di sostenibilità, anch’essa basata su dati pubblicamente disponibili, sviluppata da Deloitte.
Il valore finale attribuito a ogni brand è la risultante tra percezione e performance: la differenza tra questi due fattori rappresenta la distonia tra effettive azioni e le percezioni dei consumatori.
Toyota è vista come un esempio da manuale di come la sostenibilità possa essere una priorità manageriale che allo stesso tempo diventa un canale preferenziale per il dialogo con il consumatori a livello globale.
L’automotive e l’elettronica di consumo guidano la classifica, non solo grazie alla loro abilità nel sviluppare programmi di sostenibilità all’interno delle proprie organizzazioni, ma anche per la loro capacità di comunicare all’esterno le proprie azioni di Crs.
Brand, come L’Oréal, Nokia e Hsbc, presentano un forte gap a favore della performance. Questo mostra le opportunità che questi brand hanno di rafforzare la comunicazione nei confronti dei consumatori riguardo al proprio reale impegno ambientale.
La percezione dei consumatori per quanto riguarda McDonald’s, GE e Coca-Cola sono migliori delle reali performance in termini di sostenibilità: il che suggerisce come l’elevata visibilità e la forza di questi brand influenzino positivamente anche la percezione in termini di sostenibilità.

 DI SEGUITO LA TOP20

1 TOYOTA AUTOMOTIVE 64.19 -7.64
2 3M DIVERSIFICATO 63.33 0.74
3 SIEMENS DIVERSIFICATO 63.08 6.44
4 JOHNSON & JOHNSON FMCG 59.41 2.35
5 HEWLETT-PACKARD ELETTRONICA 59.06 12.88
6 VOLKSWAGEN AUTOMOTIVE 58.90 1.82
7 HONDA AUTOMOTIVE 58.85 -11.11
8 DELL ELETTRONICA 58.81 11.08
9 CISCO BUSINESS SERVICE 57.66 15.07
10 PANASONIC ELETTRONICA 57.32 12.68
11 HYUNDAI AUTOMOTIVE 57.18 11.28
12 BMW AUTOMOTIVE 56.81 4.90
13 APPLE ELETTRONICA 56.43 -0.48
14 DANONE FMCG 56.15 1.39
15 L’ORÉAL FMCG 55.84 22.68
16 MERCEDES-BENZ AUTOMOTIVE 55.24 2.63
17 NIKE ARTICOLI SPORTIVI 54.94 7.83
18 SONY ELETTRONICA 54.73 4.84
19 IBM BUSINESS SERVICE 54.68 13.93
20 FORD AUTOMOTIVE 54.67 -13.61


Ufficio Stampa: S&Q

mercoledì 25 gennaio 2012

QUARTO CONTO ENERGIA: NON SI APRIRA’ IL REGISTRO GRANDI IMPIANTI FOTOVOLTAICI PER IL SECONDO SEMESTRE 2012


Riporiamo qui di seguito quanto emerge dal sito ufficiale del GSE.
Roma,20 gennaio 2012 - Il costo annuo corrispondente agli incentivi per i grandi impianti entrati in esercizio entro il 31 agosto 2011 e per quelli ammessi al Registro per l’anno 2011 è pari a 1 miliardo di euro, a fronte del limite di costo fissato dal Decreto in 300 milioni di euro.

Come indicato dalla normativa, ciò determina il conseguente azzeramento della disponibilità relativamente al secondo semestre 2012, il cui livello di costo è fissato nel Decreto in 130 milioni di euro.

L’articolo 6, comma 3, lettera a) del DM 5 maggio 2011 precisa, infatti, che “… qualora l’insieme dei costi di incentivazione per i grandi impianti entrati in esercizio entro il 31 agosto 2011 e degli iscritti nel registro di cui all’art. 8 per l’anno 2011 determini il superamento del limite di costo previsto per lo stesso periodo,
l’eccedenza comporta una riduzione di pari importo del limite di costo relativo al secondo semestre 2012”.
Pertanto, non avrà luogo l’apertura del Registro per i grandi impianti fotovoltaici
relativamente al secondo semestre 2012.

Per maggiori informazioni sul Quarto Conto Energia:

venerdì 20 gennaio 2012

MEGAVIDEO E MEGAUPLOAD...ADDIO PER SEMPRE!

Questa mattina ci siamo svegliati con una notizia che sicuramente colpirà tutti i CONDIVISORI DI FILM,MUSICA,E SERIE TV : Megaupload e Megavideo  sono stati chiusi definitivamente dal FBI.

LE ACCUSE
Le accuse nei confronti dei gestori di Megaupload sono gravissime, si tratta infatti di un'incredibile e monumentale violazione delle norme sul copyright, in quanto MegaUpload ha consentito a lungo la condivisione di film, musica, libri e ogni genere di file pirata.
 

MEGAUPLOAD: ANALISI DI UN "REATO"
Con MegaUpload ogni contenuto veniva archiviato in anonimato sui server della società.
Pagando un abbonamento da pochi dollari al mese si poteva procedere poi con il downloading al massimo della velocità consentito dal proprio servizio ADSL. Senza contare il sistema di bonus che premiava gli utenti che riscuotevano maggiore successo nell'attività di sharing. Non a caso le ricerche dei file avvenivano tramite specifici motori di ricerca, blog o forum.
Si stima che tutta questa attività abbia generato non meno di 175 milioni di dollari di ricavi, grazie a pubblicità e abbonamenti, e circa 500 milioni di dollari di danni per i detentori di copyright.
La pena massima che si rischia è piuttosto alta: 20 anni di prigione per cospirazione a scopo di racket, 5 anni di prigione per cospirazione a scopo di violazione di copyright, 20 anni di prigione per cospirazione a scopo riciclaggio di denaro sporco e infine 5 anni di prigione per la sostanziale violazione criminale del copyright. Per un totale di 60 anni carcere.


E ADESSO?
Naturalmente la notizia ha scosso il web, ma  come già accaduto con Napster e con Emule, i webnauti impiegheranno poco tempo a "somatizzare il lutto" in quanto sul web sono già pronte molte alternative a MegaUpload e Megavideo...

Ufficio Stampa