venerdì 11 marzo 2011

Napolitano sul decreto rinnovabili

Il Capo dello Stato ha firmato con qualche riserva, e con l'auspicio che anche questa volta si proceda ad aggiustare e correggere per quanto possibile il decreto legislativo. E gli uffici legislativi del Quirinale hanno avuto un bel da fare per esaminare la compatibilità costituzionale del dedalo normativo contenuto nelle 50 pagine del testo, fortemente contestato dalle principali associazioni dell'industria "verde", che chiedevano al Presidente della Repubblica di respingere il provvedimento proprio in nome delle violazioni costituzionali che sarebbero palesate dall'abbattimento in corso d'opera degli incentivi e soprattutto dall'anticipo dei termini previsti dalla vecchia disciplina per certificare l'entrata in funzione degli impianti da sovvenzionare con il precedente sistema.
Napolitano è consapevole che il provvedimento ci consente di recepire un'importante direttiva europea.. Ma il via libera è stato accompagnato dal forte auspicio di una correzione-integrazione, che potrà venire dai decreti attuativi che il Governo è impegnato a varare entro la fine di aprile.
Certezze per gli investitori e una tipologia di incentivi comunque in armonia con il dettato della Ue, che chiede di continuare a promuovere con vigore le energie verdi: il quadro normativo dovrà essere completato quanto prima in questa direzione, auspica Napolitano.
Va detto che già lunedì scorso il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani ha annunciato la costituzione di un "tavolo di confronto" con operatori, istituti finanziari e rappresentanti dei consumatori per preparare il decreto attuativo. Impegnandosi a illustrare la bozza quanto prima. «Stiamo lavorando per approvare il nuovo conto energia tra 20 giorni» azzarda Giancarlo Galan, ministro dell'Agricoltura.
Sta di fatto che anche questo episodio conferma le criticità nei rapporti istituzionali tra il Colle e il Governo sui provvedimenti strategici di politica economica. Assai travagliato era stato in particolare, solo il mese scorso, l'esame del decreto legislativo sul fisco municipale varato dal governo per dare attuazione alla legge delega sul federalismo tributario. In quel caso il Quirinale ha direttamente cassato il decreto sulla porta d'entrata, giudicandolo irricevibile. Poi si è aperto il caso del "milleproroghe".
A ribadire le forti contestazioni degli operatori dell'energia verde sarà oggi una manifestazione nazionale delle organizzazioni del settore. Pronte a scaldare i muscoli per il "tavolo" annunciato da Romani, che debutterà martedì con un vertice tra i ministeri di Sviluppo economico, Ambiente e Politiche agricole allargato ad Abi, gestori di rete, aziende e consumatori.

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